Lo sguardo Infinito: noi e la Maestà Selvaggia

Nel suo nuovo progetto artistico il fotografo Francesco Mercadante rende evidente il debito di riconoscenza che unisce in maniera più o meno esplicita tutti noi esseri umani nei confronti di colei che ci accoglie e ci nutre ogni giorno su questa Terra. Rappresenta cioè un’immersione anima e corpo nella natura selvaggia, come mai aveva fatto prima d’ora. Un salto esperienziale e spaziale in una dimensione altra rispetto a quella consueta, che egli ha immediatamente ribattezzato “Eden”, alludendo alla rappresentazione del paradiso terrestre. 

Un lavoro fotografico che intende esplorare la natura in modo profondo, non scientifico ma con l’attitudine di un entomologo, cogliendo dettagli come alberi, piante, foglie, radici, sterpaglie, fiori, erba, acqua, terra, esaltando la naturale, appunto, relazione, che essi intrattengono fra di loro. Cercando e creando combinazioni di colori e forme che si sviluppano spontaneamente, ma con un approccio meticoloso e osservativo, che però supera la dimensione puramente analitica, a favore di un trasporto emozionale, a tratti spirituale, dinanzi alla bellezza dell’infinito che ci circonda. Queste trame spontanee che si ricompongono in un disegno compiuto davanti all’obbiettivo di Mercadante costituiscono la sua arte di scoprire la natura. Un progetto che non si limita a catturare immagini già pronte, ma a scoprire e elaborare bellezza da ciò che la natura offre. 

Il fotografo si è lasciato guidare da un pensiero attribuito a Vasiliij Kandinskij, ovvero «In arte come in natura la ricchezza di forme è infinita». Che vuol significare come l’astrattismo sia espressione non figurativa, e per cui ogni riproduzione o interpretazione della realtà esterna sia illusoria, e quindi astratta, mentre la forma creata dall’artista indipendentemente dalla natura è la creazione di una nuova concreta realtà.

Dice Mercadante: «Immerso nella natura selvaggia a fotografare queste immagini ho pensato a un giardino di quel paradiso che noi sogniamo un giorno di raggiungere, ma che in realtà, se ci lasciamo guidare dall’immaginazione, è gia dentro di noi».

Maria Lara Ferrari