Francesco Mercadante
BIOGRAFIA – FRANCESCO MERCADANTE
“Taking an image, freezing a moment, reveals how rich reality truly is.”
— Anonymous
Mi presento, mi chiamo Francesco Mercadante, sono nato nel movimentato 1968, in un paese collinare della Calabria, Cutro. In questo luogo ho trascorso tutta la mia infanzia e buona parte della mia giovinezza ed è proprio tra questi caratteristici paesaggi che nasce la mia passione per la fotografia.
All’età di nove anni, insieme ad una scintillante bicicletta azzurra, ricevo in dono da mio padre una Kodak Instamatic: fin da subito io, la mia bicicletta azzurra e la mia Kodak diventiamo inseparabili amici, complici di fughe solitarie a immortalare scorci di natura e di paese.
Nel 1988 mi trasferisco in una nuova città, Reggio Emilia che mia ha immediatamente accolto, ed io ho iniziato subito ad apprezzare la sua bellezza e le sue potenzialità. Negli anni a seguire la mia passione per la fotografia ha lasciato il posto alla sperimentazione di arti più “classiche” come la pittura e il dipinto.
Solo intorno al 2013, grazie all’acquisto di una nuova macchina fotografica, rinasce in me il forte desiderio di ritrarre ciò che sento nel mio più profondo essere. Così, con il passare degli anni, acquisto sempre più pratica, sempre più esperienza, sempre più passione. Tramite social media la mia fotografia viene apprezzata e riconosciuta, tanto da avviare un incredibile collaborazione con diverse mostre, musei, importanti autori e famose riviste.
Nello specifico della tecnica fotografica utilizzata, la mia idea di base è rivolta spesso al “futurismo”: l’intento concreto è quello di liberare la fotografia dalla sua staticità fornendo una rappresentazione dinamica della realtà. In natura niente è fermo, tutto si muove e la vera bellezza sta nel cogliere il dinamismo delle cose.
Come artista ho il compito di liberare la foto dalla sua immobilità per conferire ad essa, attraverso il movimento, nuovi significati. La mia attenzione non si sofferma più sui corpi e sugli elementi fermi, fissi, vuoti, ma si sposta sul loro divenire nel tempo e nello spazio per seguire la dinamica di un gesto, dando allo scatto una percezione di fluidità e di vitalità.
Attraverso questo tipo di fotografia, che io definisco in movimento, mi prefiggo il compito di lasciare il ricordo dell’essenza appena fotografata.