Tra i mille colori di Napoli
Nelle sue fotografie Francesco Mercadante lancia un avviso ai naviganti della bellezza. A coloro, cioé, che si aggirano mai sazi nei luoghi meravigliosi che costellano il Bel Paese alla ricerca del nuovo, del magnifico. Di un elemento in grado di sorprenderli, che appartenga al sistema degli esseri viventi o delle cose frutto dell’ingegno umano. Come l’arte. Di cui le immagini del fotografo calabrese sono piene, sature e traboccanti in certi casi. La sua è una visione quasi onirica, un modo differente e originale di osservare oggetti, strade e persone accanto, a lui che culmina per chi guarda in una trasfigurazione felice. Un’epifania dell’anima. E’ così anche per il suo nuovo progetto “ Tra i mille colori di Napoli”, che egli dedica al cantautore Pino Daniele. Chitarrista straordinario e fra i musicisti che più hanno segnato il pop italiano, Daniele conquista l’orecchio del piccolo Mercadante – 9 anni – con la canzone “Napule è”. Come spesso succede quando l’età è acerba ma il cuore scevro da condizionamenti, musica e testo si imprimono nel piccolo Francesco, che si innamora di melodie capaci di “trasportarlo in un mondo di colori, come fossero coriandoli caduti dal cielo”. Mercadante traccia una molteplicità di segni che ritornerà costantemente nelle sue opere. Emerge il carattere della proiezione di ciò che noi siamo, il sogno trasfigura la realtà, irrompe a travolgere la nostra quotidianità attraverso la trasformazione delle cose che riempiono le nostre vite in qualcosa d’altro, in un lessico sempre famigliare. “La realtà è un’immagine della nostra anima; la vera realtà sta dentro di noi”, dice il fotografo, capovolgendo il principio di una realtà univoca e assoluta attraverso una personalissima tecnica fotografica che restituisce agli osservatori un universo di emozioni spesso perdute, pronte ad essere risvegliate da un bagliore rosso, un universo sfolgorante che con “Il colore della gente” e “L’estate liquida” è diventato cifra stilistica dell’artista, e che ritroviamo in questo recente progetto su Napoli. Un viaggio emozionale prodotto in prima battuta dall’ascolto della famosa canzone, ripercorso passeggiando per le vie dei quartieri di Napoli, finalmente ritratti negli scatti liquidi del fotografo calabrese. La scrittura di luce di Mercadante si è avvalsa, più che altrove, della musica, fonte d’ispirazione abituale delle sue immagini, qui elevate al rango di omaggio a Napoli e a uno dei suoi massimi interpreti. Una musica espressione di radici diverse, seppur mediterranee per entrambi, ma evidentemente di un comune sentire, che ha spianato la strada all’allora giovanissimo fotografo per futuri e promettenti ascolti. Ha imparato ad amare Blues, Jazz e Soul, ma è quella canzone, “Napule è”, a essersi posata sul cuore e a vibrare in lui da adulto, nei vicoli della città, nei sui anfratti segreti o ai piedi dei monumenti acclamati dai turisti, il Maschio Angioino, e la Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola, via Toledo e San Gregorio Armeno, fino a respirare il mare e lo spirito della sua gente.
C’è molto da vedere, all’interno e fuori dei contorni liquidi di una Napoli equilibrista fra passato e futuro, ma soprattutto il fotografo invita a sentirla. Intuirne i profumi, le nuance sgargianti e vivide come lacrime di gioia, memorie d’infanzia.
L’alfabeto di luci adoperato dal fotografo ricorda quello letterario di una sua conterranea, Sonia Serazzi, nata a Napoli e cresciuta in un paesino della Calabria. Un alfabeto di figure e fonemi provenienti da uno scenario imprecisato in cui si impastano fanciullezza, spirito libero e pienezza del sentire. Quel tipo di creatività che aveva ispirato alla nascita il movimento degli Impressionisti.
Lara Maria Ferrari